RENATO ZERO: "FIGLIO"

Figlio delle mie stagioni travagliate figlio mio
fiore profumato germogliato al sole dell'oblio..
Con che puntualità sei qui
come un miracolo sei qui
così ti accoglierò così il figlio che voglio...
Pretendere che la vita sia così infallibile
maestra quando mette insieme tanta solitudine
pianeti controversi noi
un equilibrio fragile
decidere chi essere
un padre, un figlio
saggezza, orgoglio...
cambierai da solo...
cercherai il tuo cielo
tenterai il tuo volo senza me
io pregherò per te...
soffrirò in silenzio
quando tu cadrai
sarò io il più credibile amico che avrai
più forte il senso dell'impegno
il bisogno di lealtà
un uomo per eccesso
o forse per difetto chi lo sa...
Tu l'energia, il coraggio io
la stessa scuola figlio mio
nessun segreto fra di noi...
sii sempre cosciente
sincero coerente...
ecco che ti trovo in un mondo avaro
chi voleva un figlio e invece poi
non lo ha cercato mai
che non sia una copia
un clone perché mai
se poi tutte le risposte le ha lui

Se puoi cerca d'essermi figlio
se puoi

 

 

 

“Riconosciamo, o Signore, la Tua potenza

 perchè di Te hai creato quest’immagine"

 
IN MEMORIA DI MIO PADRE
18 aprile 1974 – 18 aprile 2009

Spezzato un venerdì,

spirato all'alba del sesto giorno,

Papà, io non ti ho conosciuto;

non ho memoria dei tuoi abbracci affrettati,

della tua giovinezza virile e onorata:

mi tenevano stretto fasce di menzogna e sguardi muti.

 

Hai lasciato la vita e la città come giocando a pallone,

la tua anima come lampada accesa è rimasta sulla mia strada .

Cammino buono bravo in fila, dietro a maestre indaffarate

- forse dicono che la Tua morte e la mia vita sono “ fatti di altri”.

Non sento chiarore di quiete , là dove sarai,

da dove scruti l'abitudine e l'indifferenza;

perciò - in silenzio – io stesso domando del mio esistere.

 

Non ho limpide lacrime infantili, piccoli miracoli di tenerezza

tra i fiori stanchi del camposanto,

solo nostalgie strane per i gatti pietosi che t'accompagnano

in lunghe notti uguali di lumini freddi.

Da solo non so imparare meraviglia ,

né regalarla in cambio di un fucile,

eppure voglio essere il Tuo poeta:

ogni mio giorno per pensiero una festa,

giovane uomo mio padre ,

perché anche tu sei stato un bambino che cercava in cielo le fiabe

e generoso con gli angeli feriti.

 

Oggi rubo la mitezza dei tuoi occhi

da una foto di pietra

e la porto con me, per farmi forte,

per strade asciutte di sangue,

e ancora le mie piccole mani sono tese a un appiglio d'amore,

tra compagni affannati di gioco e di paura

senza più il sorriso tinnante all'uscita da scuola.

                                               Alessandro

Città dei bambini sereni, lì 4 anni e 7 mesi dall'assassinio di

Massimiliano Carbone, “ un ragazzo di Locri ”.

 

AD ALESSANDRO 

Sei amato ad occhi chiusi, immaginosi e spenti,

 e infelicemente  lontani.

Tuo padre morì giovane,

e tu sei il bambino dorato

 ignaro di rancore

che ci guarda “in posa” nell’allegria di un gioco in cortile, 

forte e sicuro di compagnucci  gentili.

 Tuo padre morì giovane;

Era stato un bimbo stupìto,

 un reuccio fatto a mano

di un elementare amore giovane e generoso.

Era stato un menestrello d’altro tempo,

 un trovatore candido e girovago

e insieme uomo forte e grande,

e la Sua grande mano franca

 cullò per poco poco

 la tua testolina di carne e di latte.

 

Aveva "parlato” per te parole nuove ,

 mai sentite, e sue,

 ieri le conservava nei suoi occhi tristi

oggi le tiene sepolte nel silenzio

della sua pietra.

 Forse le sta cercando per te qualcuno,

se ciò che è ormai una voce muta

 continua nel dialogo d’affetto.


Ma l
’amerai,

 l’amerai senza averlo conosciuto.


Oltre a
te nessuno lo dovrà disegnare

 nella notte inquieta.

Sarà la stessa tua esistenza che ne parlerà,

 e tutti riconosceranno la grandezza di Dio

 che di Lui ha creato la tua immagine.


Non fare  ricerche, ormai è inutile;

altri hanno detto ogni verità

 e ogni impossibile  menzogna.

Quello che conta è che dopo di lui

 sei rimasto il solo per cui

Egli è esistito,

sei il solo per cui

 si inseguono la vita e la giornata,

il solo per cui

si maledicono il sole rovente

che spaventa gli uccelli,

e la pioggia impietosa 

che dissolve perfino la pietà,

e un cancello chiuso nel buio precipitoso

 di una sera d’inverno.

 E sei il solo per il quale si trepida,

e si domanda e si chiede,

 e si diventa impudichi.

 

 Ma ti sarà possibile, sta’ certo,

 amare un’immagine, una memoria,

 un’ombra buona,

perchè il tuo respiro lieve

e il tuo sorriso incerto

e la tua grande mano piccina

e gli occhi tuoi di nuvole viaggianti

sono l’immagine del padre che ti ha amato

fino a morire di silenzio e sangue.

24 gennaio 2008.

 

PREGHIERA PER UN ORFANO

 

Gesù , Maestro e Amico buono,
ascolta la preghiera di questo bambino:
proteggilo nel Tuo amore infinito
perchè, per violenza e menzogna,

non ha suo padre.

Accogli questo sacrificio

nell’abbraccio della Tua misericordia
e fa' che mai più l'uomo

si faccia padrone e nemico della vita dell’altro.

Sii Tu per lui tenera ma sicura

 guida alla Verità

alla Memoria del Giusto

all’Impegno mite ma coraggioso

alla Carità che gode della Giustizia.
Fa’ che la Tua presenza

riempia la sua vita

di affetto e di sorriso.
Ora che suo padre vive immortale in Te,
accompagna nella luce serena
il cammino di questo piccolo figlio

nato da disegni d’amore,
che in Te forse già crede,

da Te spera ,

e per Te vuole amare.
Amen

Locri, 4 giugno 2007